INTOLLERANZE ALIMENTARI

E’ possibile liberarsene? In molti casi si, con un approccio adeguato.

Le intolleranze alimentari si differenziano dalle allergie per la tendenza a sviluppare una reazione non immediata (e non mediata dalle IgE) verso una sostanza o un alimento in modo lento nel tempo.
La perdita della tolleranza (meccanismo adattativo), quando non è geneticamente determinata, può avvenire per svariati motivi: alterazioni della permeabilità intestinale o del microbiota (disbiosi), dieta monotona o carenze nutrizionali, stress fisico o mentale, inquinamento, fumo, uso cronico di antiacidi e infiammazione.

Il primo passo è identificarle:Il test ALCAT, riconosciuto dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense e utilizzato dal dipartimento di immunoallergologia dell’ospedale San Matteo di Pavia, permette, tramite un prelievo di sangue venoso (effettuato da un’infermiera professionale) di identificare eventuali intolleranze, classificandole in 4 livelli:VERDE: alimenti non reattiviGIALLO: intolleranza bassaARANCIO: intolleranza moderataROSSO: intolleranza intensaIl test può essere effettuato su 10, 25, 30 o 50 alimenti. Sono anche disponibili kit per testare antibiotici, additivi alimentari e antinfiammatori.

Il test non richiede il digiuno e puo’ essere eseguito in qualsiasi momento della giornata. Ė necessario non assumere cortisonici, antistaminici, antinfiammatori o integratori vitaminici per almeno 3-5 giorni prima della data di esecuzione del test.

Un altro esame consigliato è l’analisi della composizione corporea BIA-ACC, per determinare, oltre alla massa magra e grassa, anche la presenza di un’infiammazione di basso grado.

Il passo successivo è recuperarle:Il test ALCAT ha come scopo principale il recupero della tolleranza nei confronti degli alimenti individuati. Quello che verrà proposto, pertanto, non sarà una dieta di eliminazione, nella quale verranno vietati per sempre tutti gli alimenti cui il soggetto è risultato poco tollerante.
Verrà invece proposto uno schema di rotazione, dove l’assunzione degli alimenti sensibilizzanti sarà opportunamente calibrata e periodizzata in base ai risultati del test.Uno schema che potrà essere mantenuto fino al recupero della tolleranza, senza dover togliere per sempre dalla nostra dieta alcuni alimenti.Se necessario, sarà possibile impostare una dieta che, oltre al recupero della tolleranza, abbia anche finalità diverse (come, ad esempio, la perdita di peso).

Alcuni possibili sintomi delle intolleranze:
Generali: stanchezza, ritenzione idrica, alitosi, sonnolenza post prandiale.
Respiratori: asma, rinite, sinusite.
sistema nervoso: cefalee, ansia, alterazione dell’umore.
Muscolo-scheletrici: mialgia, crampi, debolezza.
Cutanei: prurito, eczema, dermatiti.
Metabolici: sovrappeso, obesità.